Piergiorgio Ricchetti
19 Aprile, 2021
L’utilizzo di impianti di videosorveglianza sta diventando sempre più diffuso con impatti enormi su privacy e trattamento dei dati personali. Per questi motivi occorre adottare presidi formali, digitali e organizzativi in grado di contrastare l’utilizzo improprio degli impianti di videosorveglianza che esulino dagli scopi legati a esigenze organizzativo-produttive, a motivi legati alla sicurezza sul lavoro o alla tutela del patrimonio aziendale se parliamo di luoghi di lavoro o di sicurezza in termini generali.
L’informativa può essere fornita utilizzando un modello semplificato (anche un semplice cartello, come quello realizzato dall’EDPB -Garanti Privacy Europei- e disponibile qui), che deve contenere, tra le altre informazioni, le indicazioni sul titolare del trattamento e sulla finalità perseguita. Il modello può essere adattato a varie circostanze (presenza di più telecamere, vastità dell’area oggetto di rilevamento o modalità delle riprese). L’informativa va collocata prima di entrare nella zona sorvegliata. Non è necessario rivelare la precisa ubicazione della telecamera, purché non vi siano dubbi su quali zone sono soggette a sorveglianza e sia chiarito in modo inequivocabile il contesto della sorveglianza. L’interessato deve poter capire quale zona sia coperta da una telecamera in modo da evitare la sorveglianza o adeguare il proprio comportamento, ove necessario. L’informativa deve rinviare a un testo completo contenente tutti gli elementi di cui all´art. 13 del Regolamento, indicando come e dove trovarlo (ad es. sul sito Internet del titolare del trattamento o affisso in bacheche o locali dello stesso).
Per informazioni: www.garanteprivacy.it/faq/videosorveglianza
19 Aprile, 2021