Sistemi di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro

Matteo Mazzini

16 aprile, 2018

Lo scorso 12 marzo è stata pubblicata la norma ISO 45001, destinata a sostituire il British standard OHSAS 18001.

 

Si tratta del primo e unico standard internazionale in tema di sistemi di gestione per la salute e la sicurezza dei lavoratori che raccorda le dinamiche sociali, economiche culturali e le differenti normative di ciascuno Stato dedicate al tema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

L’obiettivo è di definire i requisiti operativi e di fornire una guida all’uso e all’applicazione di un sistema di gestione per la sicurezza sul lavoro (Sgsl).

 

La norma, subito recepita in Italia dall’UNI (ente di normazione nazionale) e già disponibile nella nostra lingua come UNI ISO 45001:2018, lascia invariato lo scopo del SGSS (miglioramento delle performance, compliance, raggiungimento degli obiettivi di salute e sicurezza).

 

Il principale cambiamento è nella struttura della Norma: la ISO 45001 utilizza la struttura di alto livello HLS, comune a tutti i nuovi standard ISO sui sistemi di gestione allo scopo di favorire finalmente l’integrazione tra gli stessi. Il risultato è che la nuova norma si integra perfettamente con la ISO 9001 e la ISO 14001, e in questo senso è diversa dal British Standard.

 

Ulteriori novità riguardano:

 

1. l’analisi del contesto, dei bisogni e delle aspettative delle parti interessate (questi vengono identificati come requisiti “propedeutici” per la corretta impostazione di tutto il SGSS);

 

2. la leadership e la partecipazione dei lavoratori (la norma elenca una serie di attività e misure finalizzate a dimostrare l’effettivo impegno della Direzione aziendale con l’obiettivo è di dare una forte spinta all’integrazione con il business dell’organizzazione e aiutarla a livello strategico ad ottenere vantaggi economici dalle innovazioni in sicurezza;

 

3. pianificazione del sistema: rispetto ai metodi e alle prassi adottati con il precedente standard, il percorso di analisi dei pericoli risulta molto più approfondito e dettagliato, con un focus sui rischi ed opportunità per l’organizzazione.

 

Ci sarà un periodo di transizione che durerà un anno e mezzo, durante il quale le aziende potranno ancora certificarsi col vecchio schema (ad es. se hanno già intrapreso il percorso della vecchia norma e sono in una fase di imminente certificazione).

 

Entro il 2021 dovranno invece adeguarsi tutti al nuovo standard e ai nuovi requisiti che esso dispone.

Matteo Mazzini

Matteo Mazzini